Come fare una tesi di laurea

C

Sezione ii – il punto di vista del tesista

8. Bisogna che il laureando capisca che, quando viene presentato un “modello” nuovo, questo non inficia necessariamente quello precedentemente utilizzato, ma serve a mettere in luce qualcosa che il precedente non metteva in luce, fermo restando che tutto ciò che il precedente modello metteva in luce continua ad essere osservato perfettamente con il vecchio modello. Gli atteggiamenti fideistici o fanatici (da tifoso) dei modelli devono sparire dalle tesi di laurea. Va ammesso solo l’atteggiamento di chi coglie l’utilità di ogni modello e ne fa uso per l’obiettivo esplicativo per il quale esso è adeguato. Il modello di Jakobson, tanto per capirci, è tuttora efficace; e tutto quello che è venuto dopo ne è un arricchimento e non necessariamente la sua abrogazione. Questo deve essere lo spirito costruttivo e umile con cui lavorare. Si consideri ancora che quello che De Saussure scriveva cent’anni fa è ancora tutto valido. Semplicemente, non basta più aver letto De Saussure per fare linguistica, oggi. Ma se non lo si è letto, si parla di qualcosa che non si conosce davvero.

9. Deve essere chiaramente ed esplicitamente presente la differenziazione tra il pensiero dello studente e il pensiero di autori “accreditati” all’interno della comunità scientifico-disciplinare della materia in cui ci si laurea;

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